Psicologo Sistemico-Relazionale
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DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE: L'ANORESSIA
ANORESSIA: ETA' DI INSORGENZA E CAUSE
L’anoressia è un male che divora da dentro, spesso non riconosciuto come tale, anche a causa della sensazione di euforia che provoca nella persona che ne soffre. E’ uno dei problemi psicologici più temuti, soprattutto per il suo tasso di mortalità molto alto (diversi studi stimano che 1 anoressica su 10 morirà entro dieci anni dall’esordio della malattia). L’anoressia, insieme alla bulimia, è la prima causa di morte delle giovani ragazze (11-25 anni).
A volte possono apparire 'in salute', addirittura sane, in realtà però è spesso solo una facciata. L’età di insorgenza dell’anoressia è, di solito, tra i 14 e i 19 anni, ma negli ultimi anni si sta assistendo ad un abbassamento dell’età d’esordio (12-13 anni). E’ una malattia molto complessa da identificare precocemente ed è proprio questa la causa per la quale la cura può essere più lunga di altre patologie. E’ fondamentale agire il più velocemente possibile, fin dai suoi esordi: l’adolescenza è un’età particolarmente difficile per la giovane, soprattutto in un’epoca come la nostra.
E’ possibile attribuire la causa dell’anoressia a diversi fattori, tra cui fattori ambientali, traumi infantili, esperienze negative o una adolescenza particolarmente difficile. E’ chiaramente molto complesso per un non addetto ai lavori (ad esempio un familiare) comprendere quale sia la causa scatenante dell’anoressia, per questo se si notano comportamenti che possano far pensare ad un disturbo alimentare protrarsi per settimane o mesi, sarebbe opportuno rivolgersi ad uno psicologo. E’ bene sottolineare che le risorse individuali giocano un ruolo fondamentale: la percentuale di recupero dall’anoressia, secondo la fondazione Veronesi, è tra il 60 e il 70%, percentuale che fa ben sperare ma che, al tempo stesso, sottolinea l’importanza della problematica.
La ‘personalità anoressica’ ha alcuni tratti caratteristici:
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Perfezionismo
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Ricerca e bisogno di controllo su se stessi e sugli altri
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Bassa autostima, talvolta mascherata
Oltre a ciò, solitamente i familiari notano una netta differenza nella ragazza (o nel ragazzo) che soffre di anoressia: da bambina ‘perfetta’, brava a scuola e sempre contenta, diventa chiusa, ansiosa, infelice.
L’APPROCCIO SISTEMICO-RELAZIONALE, TRATTAMENTO D’ELEZIONE DELL’ANORESSIA
Sin dagli anni ’60, con gli studi pioneristici di Mara Selvini Palazzoli, l’approccio sistemico-relazionale è considerato il trattamento d’elezione per i disturbi alimentari, in particolare nell’anoressia e nella bulimia. E’ un approccio terapeutico di relativa breve durata, efficace ed efficiente, che permette alla persona con anoressia di uscirne senza dover passare lunghi anni in analisi. Spesso avere il controllo sul proprio corpo è per l’anoressica una sorta di scudo che pensa possa proteggerla dal suo vissuto, dalle sue emozioni e dagli altri. Purtroppo però accade spesso che questo scudo diventi una trappola: l’anoressica si protegge dalle emozioni divenendo via via sempre più chiusa, sedata, sola.
L’approccio sistemico-relazionale vede nella famiglia del/la paziente anoressico/a una forte risorsa, per diversi motivi: spesso è la famiglia la prima ad accorgersi della situazione problematica e, spesso, di un cambiamento nel comportamento alimentare. Di solito la persona che soffre di anoressia inizia ad eliminare solo alcuni cibi dalla propria dieta, per poi passare a diminuire le porzioni limitando ulteriormente l’apporto calorico, divenendo sempre più ossessionata dal controllo sul proprio corpo. E’ proprio per questa sensazione di controllo che difficilmente sarà la persona anoressica a cercare l’aiuto di uno psicologo: non si sente malata, al contrario, sente di avere il controllo; più spesso saranno i genitori o un altro membro della famiglia ad accorgersi del problema.
CONCLUSIONI
L’anoressia è una malattia che si sta sempre più diffondendo nel mondo occidentale. Può portare a moltissime conseguenze fisiche, tra le quali la morte è solo l’ultima di una serie: problemi riproduttivi (amenorrea), problemi cardiovascolari (infarto, ipotensione, bradicardia, aritmie), problemi neurologici, problemi muscolo-scheletrici (fragilità ossea, BMD, osteoporosi), ma anche a diverse conseguenze psicologiche, tra cui dismorfofobia, tentato suicidio e suicidio. Oltre all'anoressia, i DCA comprendono anche la bulimia, l'obesità e il binge eating.
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